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10 07 2013 | Rimini | Fogne: 11 scarichi su 11 chiusi entro il 2020, ma a pagare saranno i cittadini

Mercoledì, 10 Luglio 2013

tortora-scuroRimini | Fogne: 11 scarichi su 11 chiusi entro il 2020, ma a pagare saranno i cittadini

 

All’inizio c’era il piano delle fogne di Rimini sostituito nel dicembre del 2011 dal piano di salvaguardia della balneazione (psb) messo a punto dopo gli allagamenti del luglio precedente. Da oggi, dopo i danni causati dal nubifragio del 24 giugno, c’è nuovo piano ottimizzato per la salvaguardia della balneazione. E’ stato presentato a Rimini da Comune, Hera e Romagna acque. Entro il 2020 e con investimenti totali pari a 212 milioni (tutto già finanziato, dicono) risolverà il problema degli scarichi a mare (già nel 2016 gli scarichi saranno chiusi per il 50 per cento) che mettono a rischio la balneabilità nella capitale della riviera. Si parla di 154 milioni su Rimini e di 58 su altri comuni del riminese.
“Intanto – precisa subito il sindaco di Rimini Andrea Gnassi – sono stati già aperti tre cantieri (raddoppio del depuratore di Santa Giustina, la realizzazione della "Dorsale Nord” e il risanamento fognario di Rimini Isola) pari al 30 per cento dei lavori previsti dal piano, per un costo di 47 milioni di euro. Abbiamo fatto la scelta di partire comunque (fornendo le opportune indicazioni a Hera) nonostante ci siano i ricorsi delle ditte arrivate seconde alle gare”. E questo è quanto in opera assieme ai progetti definitivi per la riconversione del depuratore Marecchiese in vasca di accumulo e per la realizzazione della vasca di laminazione Ospedale. “Si stanno completando – assicurano anche dal Comune – gli atti amministrativi necessari alle attività utili al completamento della separazione delle reti fognarie nella zona Rimini Nord”. Ma da palazzo Garampi rilanciano. “Quello che presentiamo oggi, il piano ottimizzato della balneazione, non è più solo una priorità per Rimini. Lo è anche per la Regione e per l’area vasta perché contiene un piano finanziario condiviso anche con le province di Ravenna e Forlì-Cesena e un piano economico possibile coinvolgendo Romagna acque”. L’amministratore di Hera Maurizio Chiarini parla addirittura “di quello che è attualmente il più grande intervento di risanamento fognario in Italia”.

 
In pratica la copertura finanziaria sarà garantita fino al 25 per cento da finanziamenti pubblici e per la restante parte da finanziamenti anticipati da Hera, Romagna Acque e Amir, che saranno poi recuperati in tariffa con aumenti dal 2014 fino al 2020 (per ammortamenti da qui a 25 anni). Per intendersi, la bolletta dell’acqua aumenterà del 1,5 per cento nel 2014 e poi del 4,5 per cento (si parla di un totale di 9 euro a utenza all’anno, 70 centesimi al mese) fino, cioè, a posizionare anche per la provincia di Rimini la tariffa sui livelli delle altre province romagnole, cioè sui 2,5 euro a metro cubo, ovvero “cinque volte meno di quanto i cittadini pagano a Parigi o Berlino”. Ovviamente, fino al 2020, quel 4,5 per cento in più sarà devoluto alle fogne. Chiarini spiega anche che “in tutta Europa il finanziamento per i servizi idraulici avviene tramite tariffe”. Nel dettaglio, comunque, 36 milioni arriveranno da Rimini, 80 da Romagna acque e 95 Hera.
Nel dettaglio degli interventi è entrato il direttore di Hera Maurizio Barilli che precisa subito come il psb originale fosse non risolutivo rispetto agli scarichi Colonnella 1 e 2 e Rodella, mentre quello ottimizzato sì, grazie a tre nuove vasche di laminazione (attive entro il 2019) che raccoglieranno 30mila metri cubi d’acqua in più rispetto ai 20mila già raccolti dalle 4 vasche per la raccolta di prime acque piovane già attive a Rimini sud. “Grazie a queste nuove vasche e all’ampliamento della vasca Ausa da 30mila a 70mila metri cubi (entro la primavera del 2016) saremo in grado di raccogliere e trattenere fino 100mila metri cubi di acque di prima, seconda e terza pioggia. Se poi si aggiunge il potenziamento della vasca dell’ospedale (altri 30mila) posso dire che saremo in grado di ridurre al 12 per cento il valore di cod (ossigeno consumato, un agente inquinante) sversato in mare attualmente”.
Barilli spiega anche che “attualmente a Rimini il sistema dei depuratori è in grado di ripulire a Santa Giustina 800 litri al secondo e al Marecchiese 600 litri al secondo. Con tempo secco in stagione balneare, cioè con massime presenze in città arrivano 570 litri al secondo al Merecchiese e 800 Santa Giustina. Questo vuol dire che anche quando non piove il sistema riminese è saturo”.
Con il nuovo psb ottimizzato, spiega invece Barilli, si potranno depurare 2.900 litri al secondo a Santa Giustina, mentre nella vasca di accumulo che sostituirà il Marecchiese potranno arrivare 13.700 metri cubi di acque. A questi numeri vanno aggiunte le capacità della vasca dell’ospedale 14mila metri cubi, della vasca Ausa (70mila) delle vasche a servizio di Rimini sud (30mila). “Questo sistema garantisce la soluzione alla balneabilità”. Ovviamente anche nel piano ottimizzato si contempla la divisione delle reti a Rimini nord.


Nel corso degli ultimi mesi sono stati, inoltre, pesati e ritenuti mancanti alcuni progetti e proposte presentati dai cittadini. Il Progetto parco del mare “è per certi aspetti tenuto in considerazione, perché si è posto non in alternativa, ma assommante rispetto al psb. Ha però a due limiti tecnici: l'acqua raccolta deve esse riportata a Santa Giustina dove, secondo limite, pur a capacità raddoppiata impiegherebbe 14 giorni a smaltire i 437mila metri cubi previsti. Si tratta in definitiva di un sistema antieconomico e che mette in crisi l’impianto di depurazione per via della presenza di troppe acque piovane”. Scartate anche le proposte Benedettini e Solaroli.
“Il progetto Benedettini, quello che prevede un elemento lineare lungo 7 chilometri, deve avere per funzionare una pendenza del 2,3 per mille. Questo significa che dovrebbe essere posizionato a 21 metri sotto terra. Il secondo motivo per cui non va bene riguarda il fatto che l’impianto di Riccione non sarebbe in grado di ricevere quel quantitativo di acque”, spiega Barilli. “Solaroli ha proposto una soluzione certamente definitiva, ma impossibile dal punto di vista economico, ovvero quella di dotare tutti gli scarichi, uno a uno, di depuratori”.


Rispetto alle polemiche circa il recupero in bolletta delle risorse economiche, il sindaco di Rimini fa notare che “la questione riguarda il ciclo integrato della Provincia di Rimini, che è vero insiste sulla città di Rimini, ma è a servizio di un bacino molto più ampio e infatti prevede progetti con investimenti anche per gli altri Comuni. Ricordo che su Rimini converge il bacino di Bellaria, Santarcangelo, la Valmarecchia e anche San Marino, che in fatto di fogne, forse, dovrebbe iniziare a pensare a degli accorgimenti. Certo noi, nel frattempo, non metteremo confini di Stato”.
Altra questione che sembra risolta è quella della condotta sottomarina Ausa, su cui la Regione ha nutrito dei dubbi. “Con la realizzazione e l’ampliamento delle vasche il problema si sposta perché noi a questo punto più pulite di ben cinque volte rispetto a quanto la legge consente ai depuratori”, spiega Barilli.


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